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scampoli di me

Politica e Precari

Sono nato nel 1960, cresciuto negli anni ‘70, vissuto negli anni ‘80-’90, sono stato un precario di lusso.
In politica imperversava la DC e la Sardegna non faceva eccezione, alla presidenza c’èra un democristiano.
Nell’80, dopo una carriera scolastica che meriterebbe un capitolo a parte, per comodità e opportunismo mi diplomo ragioniere.
Il sistema in vigore ai tempi si basa sulla raccomandazione, alla Direzione Generale del Banco di Sardegna (che nella regione è quasi un monopolio e che col sistema degli uffici di corrispondenza ha creato una ragnatela che raggiunge anche le più piccole frazioni) siede il fratello del Presidente della Regione.
La prima opportunità, per un neo ragioniere dei tempi, è trovare una raccomandazione che t’inserisca nel circuito delle supplenze, per ferie o malattie, negli uffici della ragnatela.
Ce n’è per tutti, anche nel paesino più piccolo esiste almeno un dipendente dell’Ufficio di Corrispondenza del Banco di Sardegna, nel paesello un po’ più grande due e a volte tre dipendenti nell’Agenzia del Banco di Sardegna, nel paesone fra i cinque e i dieci dipendenti nella Filiale del Banco di Sardegna, nei capoluoghi di provincia centinaia e migliaia di posti nelle varie Agenzie e Filiali nei quartieri e la Sede Centrale del Banco di Sardegna, fino ad arrivare alla Direzione Generale del Banco di Sardegna.
Capirete che fra ferie, malatie, periodi di aumento del carico del lavoro, e varie ed eventuali, c’è una rotazione che coinvolge migliaia e migliaia di contratti a tempo determinato in tutto il territorio.
Naturalmente tutti aspirano, entrando nel circuito delle supplenze, di arrivare al posto fisso.
Il Banco di Sardegna è il Tesoriere della Regione Sardegna.
Al Banco di Sardegna siamo in tantissimi ad essere raccomandati a tempo determinato.
Al momento delle votazioni esiste quindi nella Regione una sacca enorme di voti che, se non vince la DC perde la raccomandazione.
Il Presidente della Regione arrivò al Senato.
Tutto questo è potuto accadere grazie ai raccomandati, che altro non eravamo che dei precari di lusso, perché a onor del vero va detto che nonostante la precarietà del lavoro, le rotazioni funzionavano e si guadagnava più che bene.
Poi un po’ con rivendicazioni e un po’ perche i personaggi cambiano ed anche i tempi e quindi i meccanismi, si stabilizzarono i rapporti, furono indetti concorsi e regolarizzate molte posizioni.
Questa la mia esperienza da precario, ma di lusso, ci ho giocato più o meno per una quindicina d’anni.
E poi?
E poi anch’io, che partito da neo diplomato in giro per uffici nei paesini, nel frattempo (quasi subito) ero riuscito a svincolarmi dal lavoro strettamente bancario (ero diventato ragioniere per comodità e opportunismo, ricordate?) e mi ero ormai infiltrato nell’informatizzazione della ragnatela che iniziava in quei tempi, al momento della fine del giochino mi trovavo già da tempo nella sala macchine a lavorare sul mainframe della rete, mi sentii in dovere di partecipare al concorso, lo feci, lo vinsi, avevo raggiunto quello che tutti volevano, il posto fisso.
A metà anni novanta presi tre anni di aspettativa, alla scadenza mi licenziai.
Non mi divertivo più. Ma questa è un’altra storia, appartiene alla mia personale visione della vita.

P.S.
Io non ho mai votato, ma sono stato ben addentro al sistema, per lavoro e amicizie personali ho potuto vedere, nel piccolo della mia provincia e regione, i meccanismi di quel sistema.
… ne avrei di aneddoti da raccontare…

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Manifesti

Dichiarazione di indipendenza del cyberspazio

Governi del Mondo Industriale, stanchi giganti di carne e acciaio, io vengo dal Cyberspazio, la nuova sede della Mente. Per il bene del futuro, chiedo a voi del passato di lasciarci in pace. Non siete i benvenuti tra noi. Non avete sovranità là dove ci siamo riuniti.
Noi non abbiamo un governo eletto, e non abbiamo intenzione di averne, quindi mi rivolgo a voi con non più grande autorità che quella con cui la libertà stessa ha sempre parlato. Io dichiaro che lo spazio sociale globale che noi stiamo costruendo sarà naturalmente indipendente dalle tirannie che cercate di imporci. Non avete alcun diritto morale di governarci e non possedete alcuno strumento di costrizione che dobbiamo realmente temere.
I governi derivano i loro legittimi poteri dal consenso dei governati. Voi non avete mai richiesto ne’ ricevuto il nostro. Noi non vi abbiamo invitato. Voi non ci conoscete, e nemmeno conoscete il nostro mondo. Il Cyberspazio non si trova all’interno dei vostri confini. Non pensate di poterlo edificare, come se fosse un progetto di costruzione pubblica. Non potete. E’ un atto della natura e cresce da solo grazie alle nostre azioni collettive.
Non siete entrati nel nostro grande e comune dialogo, e non avete creato la ricchezza della nostra piazza. Non conoscete la nostra cultura, la nostra etica, o i codici non scritti che danno già alla nostra società più ordine di quello che potrebbe essere ottenuto con qualunque vostra imposizione.
Affermate che tra noi ci sono problemi che voi dovete risolvere. Voi usate questa affermazione come una scusa per invadere i nostri territori. La maggior parte di questi problemi non esiste. Dove ci sono conflitti reali, dove ci sono torti, li identificheremo e li affronteremo con i nostri mezzi. Stiamo creando il nostro Contratto Sociale. Questa autorità nascerà secondo le condizioni del nostro mondo, non quelle del vostro. Il nostro mondo è diverso.
Il Cyberspazio consiste in scambi, rapporti e pensiero stesso, disposti come una potente onda nella ragnatela delle nostre comunicazioni. Il nostro è un mondo che si trova dappertutto e da nessuna parte, ma non dove vivono i corpi.
Stiamo creando un mondo dove tutti possano entrare senza privilegi o pregiudizi basati su razza, potere economico, militare, o stato sociale.
Stiamo creando un mondo dove chiunque ovunque possa esprimere le proprie opinioni, non importa quanto singolari, senza paura di venire costretto al silenzio o al conformismo.
I vostri concetti legali di proprietà, espressione, identità, movimento e contesto non si applicano a noi. Sono basati sulla materia. Qui non c’e’ alcuna materia.
Le nostre identità non hanno corpi, quindi, al contrario di voi, noi non possiamo ricevere ordini tramite coercizione fisica. Crediamo che con l’etica, con l’illuminato interesse personale e con il benessere comune, il nostro governo emergerà. Le nostre identità potranno essere diffuse attraverso molte delle vostre giurisdizioni. La sola legge che tutte le nostre culture costituenti riconosceranno generalmente è la Regola Aurea. Speriamo di essere capaci di costruire le nostre soluzioni particolari su quella base. Ma non possiamo accettare le soluzioni che voi state tentando di imporre.
Negli Stati Uniti, avete creato una legge, il Telecommunications Reform Act, che rinnega la vostra stessa Costituzione ed è un insulto ai sogni di Jefferson, Washington, Mill, Madison, DeToqueville, e Brandeis. Questi sogni devono ora rinascere in noi.
Siete terrorizzati dai vostri stessi figli, perché sono nativi in un mondo dove voi sarete sempre immigranti. Siccome ne avete paura, voi affidate alla vostra burocrazia la responsabilità di genitori che siete troppo codardi per affrontare. Nel nostro mondo, tutti i sentimenti e le espressioni di umanità, dall’avvilente all’angelico, sono parti di un tutto unico, il dialogo globale dei bit. Non possiamo separare l’aria soffocante dall’aria su cui si scaldano le ali.
In Cina, Germania, Francia, Russia, Singapore, Italia e negli Stati Uniti, state cercando di respingere il virus della libertà edificando posti di guardia alle frontiere del Cyberspazio. Questi potranno tenere fuori il contagio per un poco, ma non funzioneranno in un mondo che sarà presto soffocato dai media basati sui bit.
Le vostre industrie dell’informazione sempre più obsolete si perpetueranno proponendo leggi, in America e da ogni altra parte, che pretendono di possedere la parola stessa in tutto il mondo. Queste leggi dichiareranno che le idee sono un altro prodotto industriale, non più nobile della ghisa. Nel nostro mondo, qualunque cosa la mente umana possa creare può essere riprodotto e distribuito all’infinito senza alcun costo. Il trasferimento globale del pensiero non ha più bisogno delle vostre fabbriche per avvenire.
Questi provvedimenti sempre più ostili e coloniali ci mettono nella stessa posizione di quei precedenti amanti della libertà e dell’autodeterminazione che hanno dovuto rifiutare le autorità di poteri distanti e disinformati. Dobbiamo dichiarare le nostre identità virtuali immuni alla vostra sovranità, pur continuando a consentirvi di governare sui nostri corpi. Ci diffonderemo attraverso il Pianeta così che nessuno potrà arrestare i nostri pensieri.
Noi creeremo una civiltà della Mente nel Cyberspazio. Possa essa essere più umana e onesta del mondo che i vostri governi hanno prodotto in precedenza.

John Perry Barlow

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benvenuto

Benvenuto

 

L’unico motivo per cui il potere può essere esercitato giustamente su un membro di una comunità civilizzata, contro la sua volontà, è di prevenire un danno ad altri (…)egli non può essere costretto a fare una cosa perché ciò lo renderà più felice o perché nell’opinione degli altri sarebbe saggio e giusto (…) Su se stesso, sul suo corpo e sulla sua mente l’individuo è sovrano.

(J.S. Mill: Sulla Libertà)